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Il mutamento che avvenne in Europa tra la fine del Settecento e i primi anni del secolo successivo - anche se annunciato e preparato da molti eventi lontani e vicini - esplose repentinamente, travolgendo gli assetti precedenti con la forza di un uragano. Scrivendo al re di Polonia, Rousseau ha come un presentimento angoscioso circa ciò che si va preparando: "Non c'è più nessun mezzo di salvezza se non un grande rivolgimento, che sarebbe quasi altrettanto temibile quanto il male che esso potrebbe risanare; costituirebbe quindi un delitto degno di punizione il desiderare ardentemente che tale rivolgimento avvenga". Il nuovo periodo, inaugurato dalla Rivoluzione francese, ricco di avvenimenti esteriori e fecondo di produzioni geniali, porta con sé non soltanto elementi nuovi in questo o quell'aspetto della vita, ma anche un mutamento profondo di mentalità. Sul piano politico, la Rivoluzione francese poneva bruscamente fine a un moto evolutivo di estrema lentezza, cominciato con la dissoluzione dell'impero romano, e lo sostituiva con una concezione della vita associata prospettata secondo un ideale astratto di perfezione, che sarebbe dovuto valere definitivamente.